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“Per l’amministrazione comunale di  “Uniti per il Popolo” a Cinquefrondi non ci sono bambini disabili”. Questa la denuncia fatta dal gruppo politico “Rinascita per Cinquefrondi” il quale, nei giorni scorsi, riprendendo una nota emanata dall’Adda (Associazione difesa diversamente abili) relativa all’elevato numero di alunni in situazione di gravità nella provincia di Reggio Calabria non ha potuto non considerare una dichiarazione importante relativa a Cinquefrondi.

La stessa associazione, infatti, nel documento emanato, ha citato come esempio della scarsa considerazione verso i diversamente abili il Comune di Cinquefrondi e in particolare una delibera di giunta del 2014 in cui la classe amministrativa cinquefrondese sembrerebbe non aver considerato, per l’anno in corso, la presenza nelle scuole cittadine di alcun alunno diversamente abile. «Restiamo senza parole – ha infatti scritto l’associazione – nel vedere che il Comune di Cinquefrondi nella predisposizione del Piano per il diritto alla studio non ha inserito alcun alunno». I consiglieri comunali Michele Conia e Flavio Loria sono rimasti colpiti da quanto denunciato dall’Adda e hanno quindi deciso di vederci chiaro, invitando il primo cittadino di Cinquefrondi, Marco Cascarano e l’assessore all’Istruzione, Anna Maria Macrì, a fornire delucidazioni in merito alla questione. Nel documento Conia e Loria hanno chiesto «di essere messi a conoscenza se esistono nelle nostre scuole alunni in situazione di gravità, di sapere se sono state attivate procedure volte a facilitare e sostenere l’inserimento e la partecipazione attiva degli alunni diversamente abili; di apprendere i motivi per i quali non si è provveduto all'avvio di alcun progetto, di sapere se nella predisposizione del Piano per il Diritto allo studio relativo all'anno scolastico 2015/2016 si intenderà approfondire tale tematica  inserendo tutte quelle eventuali situazioni di gravità in modo da soddisfare un diritto costituzionalmente garantito». Toccherà ora all’amministrazione comunale spiegare all’opposizione “le proprie ragioni”. 

Simona Gerace per Il Quotidiano della Calabria 

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