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CINQUEFRONDI. L’associazione culturale Il Frantoio delle Idee ha ospitato il progetto “Segni del fare per l’essere e per l’agire” un percorso condiviso a base di arte e cultura rivolto a giovani interessati da problematiche di penalità minorile promosso dall’Osservatorio sulla ndrangheta in stretta connessione con l’ U.S.S.M. (Ufficio servizio sociale per i minorenni) di Reggio Calabria ed il Ministero della Giustizia, Dipartimento Giustizia Minorile.

L’alternativa possibile - per i giovani che sono incappati nella sfortuna della delinquenza giovanile - grazie ad una serie di iniziative che consentono finanche l’espiazione della pena attraverso un canale di recupero e di indirizzo alla legalità allacciato ad un programma di valorizzazione della legalità facendo leva su una più specifica sensibilizzazione della fenomenologia contro la devianza e l’illegalità di soggetti particolarmente sensibili. «Una sorta di messa alla prova – ha voluto chiarire Salvatore Borelli, tutor del progetto curato dall'Osservatorio – che intende offrire ai ragazzi programmi informativi e di recupero in linea con le loro aspettative ed alle loro capacità grazie all’utilizzo del formidabile quanto poliedrico strumento della cultura». 

La necessità della diffusione della cultura antimafiosa dunque partendo proprio da chi ha vissuto e vive contesti degradati dall’agire criminale. «Un po’cercare mettere i ragazzi di fronte al fatto che esiste un’altra possibilità oltre il loro “modello” di riferimento – ha proseguito Borelli – e che delinquere non serve a fare semplicemente curriculum piuttosto infondere la consapevolezza che si produce un danno innanzitutto a se stessi e poi alla società». Un progetto che punta all’immateriale, che cerca di premere sulla coscienza personale per attivare in senso critico dei partecipanti e per la riuscita del quale occorrono innanzitutto una demitizzazione radicale della piaga ndrangheta ma anche gettare le basi per la creazione di relazioni positive in un cointesto molte volte afflitto da ogni genere di mancanza, prima fra tutte quella della fortissima carenza di politiche sociali territoriali strutturali e pedagogiche che possano cogliere i veri bisogni di soggetti a rischio e prevenirne i possibili sintomi delinquenziali. «Occorre legare il concetto di idee positive al territorio – ha spiegato la dottoressa Kasia Fantoni – contestualizzandolo al proprio sistema di vita e di esperienze. Serve cioè non solo sviluppare e servirsi di idee sane e positive ma anche interagire in maniera costruttiva con l'ambiente di riferimento». Nel corso della presentazione sono stati mostrati i lavori conclusivi dei laboratori creativi partendo dagli anni 2011 e fino ad oggi, con la riproduzione di immagini video-fotografiche di particolare impatto ma anche di un significativo cortometraggio, “La scelta”, realizzato - dal soggetto alla parte recitativa - dagli stessi giovani aderenti che, da ultimo, si sono cimentati ad acquisire specifiche competenze per la gestione di una web-radio.

 

FONTE: www.reggiopress.xyz

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